Giuseppe Sciuti (1834 - 1911)
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Giuseppe Sciuti Quotazioni
Le opere più apprezzate dell'artista sono le i dipinti raffiguranti soggetti dell'antica Roma. Di questa tipologia a nostro avviso i valori sono i seguenti:
I bozzetti e gli studi hanno un valore di €500/1000.
Le opere compiute e impegnate possono valere €1500/2000.
Le quotazioni di Giuseppe Sciuti per gli oli più importanti possono essere di oltre €5000.
Il record di vendita del pittore siciliano è di €77.000 nel 1998.
La qualità, la conservazione e le dimensioni sono fattori fondamentali nello stabilire le quotazioni di un quadro o un disegno del XIX secolo.
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Biografia breve di Giuseppe Sciuti
Giuseppe Sciuti (Zafferana Etnea 1834 - Roma 1911) è stato un pittore italiano del XIX secolo. Nato a Zafferana Etnea il 26 febbraio 1834, morto a Roma il 13 marzo 1911. Quindicenne riuscì a convincere il padre, che lo aveva destinato alla medicina, a concedergli un assegno, col quale si recò a Catania, dove studiò sotto la guida del Gandolfo, che più tardi lo consigliò a continuare gli studi in maggiori centri entri artistici. Il giovane avrebbe volentieri seguito il suggerimento, se nel 1852 un'eruzione dell'Etna non avesse distrutto i possedimenti paterni e, insieme, la possibilità nossibilità da parte del padre di sủssidiarlo; Cosicchè l'artista fu costretto a lavorare presso un decoratore, pur continuando a studiare pittura per proprio conto. Dopodichè egli si mise a lavorare da sè, senza frequentare gli accademici e senza aiuti di sorta. In undici anni di continui sacrifici riuscì a raggranellare un piccolo peculio, mercè il quale si recò a Firenze, dove dipinse La vedova e La tradita, che esposti poi a Catania furono da quel Municipio acquistati a titolo di incoraggiamento. Tornato alla cittadina e poscia recatosi a Napoli, si fece conoscere da quel pubblico col quadro La tentazione, che fu acquistato dal banchiere Vonwiller. Eseguì poi Le madri della patria; I prigionieri di Castelnuovo dopo la capitolazione e Un episodio del saccheggio di Catania, che furono esposti alla Promotrice napoletana e vi trovarono facilmente.acquirenti. A Genova espose La carità; alla Prima Mostra nazionale tenutasi a Parma, La pace domestica e alla Mostra Nazionale di Milano, Pindaro che esalta un vincitore dei giochi olimpici, che fu acauistato dal Ministero della Pubblica Istruzione e donato alla Pinacoteca di Brera; ed eseguì ancora I funerali di Timoleone, una delle Sue opere migliori, conservata nella Galleria d'Arte Moderna di Palermo, e Uno sposalizio greco. Nel 1875 si stabilì a Roma. Lungo sarebbe elencare le opere, specialmente di soggetto storico, che egli eseguì nella sua feconda e nobile carriera d'artista. Si citano: Il dopopranzo di un antico romano, esposta, a Milano; Una tenzione di geografia, inviata a Melbournė; Restauratio aerari, suo capolavoro, nella Galleria d'Arte Moderna di Roma; Battaglia di Imer e Hic manebimus optime, acquistati da privati inglesi: Tempio di Venere, nel palazzo dell'Avvocatura Erariale in Roma: La Madonna dei bambini, nella chiesa di Sant'Agata la Vetere in Catania: San Giuseppe col Bambino, nella Chiesa Madre di Zafferana Etnea; L'eruzione dell'Etna nel 1852, nel Municipio della stessa città; e, sempre a Zafferana: una Madonna con Bambino, in casa Giarrusso; Ritratto del R. P. don Giuseppe Sciuti, in casa Sciuti: Giuditta, in casa Di Prima: L'Addolorata e San Giuseppe col col Bambino, in casa del nipote Angelo Salemi; inoltre: una serie di affreschi nella sala del Consiglio Provinciale đdi Sassari: principali di essi quelli rappresentanti La Repubblica Sassarese e L'ingresso trionfale a Sassari di Gian Maria Angioi; poi: Trionfo di Bacco, nella casa Florio di Palermo, Battaglia di Aquilio e La Remunerazione, nel palazzo Calanna di Acireale; Achille e Potino presentano a Giulio Cesare la testa di Pompeo Magno, nella casa del figlio Eugenio Sciuti in Roma; altri affreschi nel soffitto della chiesa collegiata di Catania e in quello della Cattedrale di Acireale. Infine Venuta dei Cartaginesi in Sicilia, sipario per il palcoscenico del Teatro Bellini di Catania. Lo Sciuti fu membro dell'Accademia di San Luca e della Zelantea di Acireale.
FONTE: A.M. COMANDUCCI
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